Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/11

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il fanciullo nascosto 5


al tino ai lati del nonno, chi agli orci, coi visi illuminati da una luce vaga, lontana, che pareva più interna che esterna; un velo di pallore ove gli occhi sfolgoravano con più forte passione.

Solo Paulu dava le spalle alla luce: parlava quieto, rivolto al padre, ricordando con brevi parole la storia di una inimicizia che tormentava la famiglia. A causa di una eredità mal divisa i Coina erano in lite con certi Bellu, parenti per parte di madre: i soliti orrori funestavano le due famiglie: sgarrettamenti e uccisione di bestiame, incendi, vigne e alberi divelti. Ancora non erano arrivati al sangue cristiano, ma erano sull’orlo dell’abisso. Ambasciate con minaccie di morte andavano e venivano tutti i giorni; e il vecchio Bainzone aveva un bel vigilare la porta della sua casa onesta; le fondamenta erano rose e tutto minacciava di crollare.

— Ecco, se volete sentire l’ultima, — disse Paulu, senza mutare tono di voce, — l’avvocato ha mandato a dire che fra giorni esce la sentenza della Cassazione, che sarà favorevole a noi. Juanne Bellu, il caporione, dice che se questo sarà, troverà bene lui il