Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/118

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112 ritorno

c’era stato con Barbara, al tempo in cui si estirpano le gramigne. Che giorno, quello! Al ricordo il sangue gli batteva alle tempia, come giù l’acqua del torrente contro le pietre. Così rimase ad aspettare Barbara: ma calò la sera ed ella non arrivò. Egli andò a passare la notte coi pastori, nell’ovile sopra la vigna: era una notte fresca e chiara, i boschi mormoravano e la luna al suo ultimo quarto si posava su un macigno di Monte Gudula come un piatto d’oro sopra una mensola.

D’un tratto i cani abbaiarono. Costantino balzò, come punto da un coltello, e andò a guardare sopra la sua vigna. Non vedeva nessuno. Tuttavia rimase lì, a lungo, accucciato, aspettando. Il cuore non lo ingannava. Dopo qualche tempo due figure, una piccola, l’altra grande, apparvero sul sentiero, passarono il varco assiepato del muro, si fermarono davanti alla casa, entrarono. Costantino palpitava di gioia, d’ansia, di dubbio. Aveva riconosciuto bene Barbara e il cacciatore «grande come una porta». Speriamo che questo, accompagnata la sua ospite, se ne riparta tranquillo. Infatti, dopo qualche tempo, dopo