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92 | il flauto nel bosco |
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Poi ella fece lo scongiuro. Questo era più complicato. Bisognava recitare il Credo alla rovescia, cioè sostituire ai santi nomi di Dio e di Gesù, quelli di Lucifero e di Lusbè che è il diavolo maggiore; indi fare una specie di seduta spiritica.
Ella sedette, al buio, davanti alla piccola tavola di cucina e vi mise su le mani con le dita aperte, i pollici che si toccavano: recitò il credo nefando, poi domandò con voce turbata:
— Ci sei?
Il piede della tavola si sollevò subito e battè un colpo che parve una zampata di bestia.
— Ah, lo sapevo che saresti venuto subito questa volta — ella pensò con rancore: e si sentì tutta fredda in viso e alle spalle, sebbene sudasse.
Era veramente il diavolo quello che le rispondeva? In fondo ella non ci credeva; ma il fatto è che la tavola si moveva, e i colpi avevano qualche cosa di vivo, di bestiale, e impressionavano più che se avesse risposto una voce.
Dopo un momento di esitazione ansiosa ella riprese: