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112 il flauto nel bosco

di giugno, venne a trovarla un vecchio capitano di lungo corso che dopo aver sguazzato per tutti i mari del mondo se ne tornava con un carico di denari al villaggio; ed era giusto quel bambino che un tempo le raccontava dell’anello.

— Ne ho comprato uno nelle Indie, — le disse con semplicità, — ed è più buono di quello del vescovo perchè non ha il diamante e quindi non corre il rischio di perdere la sua virtù.

Ella spalancò gli occhi e si scosse tutta per assicurarsi che non vaneggiava: poi ricordò che gli uomini di mare amano raccontare cose un po’ fantastiche.

— Tu non mi credi? — egli disse come quando giocavano sulla spiaggia. — Ebbene, se vuoi posso non solo farti vedere l’anello, ma prestartelo, purchè tu mi dia la parola che lo terrai solo fino a doman l’altro a quest’ora.

Ella chiuse gli occhi stordita. Pensò che se partiva subito faceva in tempo a prendere il treno per la capitale, starvi un giorno e ritornare. Dopo tutto non si sentiva molto male, e il muoversi forse le avrebbe giovato.

— Parola — mormorò.

E l’uomo senz’altro trasse l’anello dal taschino e glielo infilò nel dito.