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Tregua | 125 |
guardano con occhi miti, quasi con umanità; vien voglia di salutarsi come esuli in terra straniera. E ad accrescere conforto, d’un tratto le lampade si accendono, misteriosamente, come per volere di Dio.
Ed è certo il volere di Dio che impone agli elettricisti di dare una tregua per quella notte.
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L’avvenimento gli fece sperare di passare inosservato nella portineria invasa di serve che gridavano di meraviglia per il ritorno della luce; tuttavia egli vide gli occhi di tigre della portinaia fissarlo, mentr’ella pur lo salutava con deferenza, e appena fu passato la sentì che diceva:
— È quel pazzo avaro che sta dai giudii.
Allora si ricordò che ancora non le aveva dato la mancia, e anche se gliela avesse già data ella avrebbe parlato lo stesso.
Del resto è vero che i suoi padroni di casa sono ebrei: ecco perchè se ne stanno quieti nella loro tana; quieti e un po’ melanconici, anch’essi esiliati lontani dalle loro terre di sole.
Nell’attraversare la terrazza rivide le donne piegate intorno al braciere; una di esse però, la più alta e la più bruna, s’era alzata e apparecchiava la tavola; e la to-