Pagina:Deledda - Il flauto nel bosco, Treves, 1923.djvu/165

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Il tesoro 157

re, e invece vi ho lasciato tranquillo, anche perchè — aggiunse come fra sè, abbassando la voce — non avevo bisogno, ed ero superbo. Ma adesso invecchio, adesso la miseria sta per cavalcarmi... e tutti mi disprezzano perchè son povero, tutti mi odiano come mi odiava lui. Sarà una mia fissazione, ma è così. E voi siete davanti a Dio, adesso, e anche lui a quest’ora mi avrà ben perdonato. Ditemi dunque dov’è la brocca. I denari, prima di morire, mio padre li aveva di certo, perchè aveva venduto le terre e la casa. Dove li ha messi? Voi lo sapete, e voi dovete dirmelo.

— Mi dia da bere — gemette il vecchio; e quando ebbe bevuto, fece uno sforzo per parlare.

— Se ne vada, don Vissenti. Qui perde il suo tempo, e io l’ho trattenuto inutilmente. La brocca non esiste, e suo padre ha venduto la terra e le case per amore del prossimo, per pagare i debiti e i servi e lasciar lei povero, sì, ma onorato. Se ne vada, se ne vada — non cessò di ripetere, ricadendo sul giaciglio. E fu preso da un’agitazione nervosa che non lo abbandonò se non quando don Vissenti promise di andarsene.