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164 | il flauto nel bosco |
si sentì un grido di donna e pianti di bambini. Qualcuno buttò da una finestra una stoviglia che si fracassò contro una pietra: e il rumore fu così stridente, e vibrò così a lungo, così in lontananza, che parve tutto il passaggio s’incrinasse.
Il vecchio fu del parere di andar oltre e passare la notte all’aperto piuttosto che chiedere ospitalità in una casa tanto agitata.
Ma il più giovane battè alla porta.
Tosto il chiasso dentro si calmò: una serva aprì, diede uno sguardo ai due e nel vederli così malvestiti s’irrigidì.
— Se il padrone non vi conosce non potrà darvi ospitalità — disse. — Sarebbe bella che in una casa come questa si accogliessero tutti i vagabondi che passano. Ad ogni modo vado a vedere.
Chiuse loro la porta in faccia e andò a vedere. Ma non tornava mai. Dentro ricominciarono le voci, i pianti, gli strilli. Il più giovane dei due uomini tornò a picchiare.
— Picchiate e vi sarà aperto — diceva.
Questa volta venne un servo: aveva un aspetto più benevolo di quello della serva, ma anche un po’ sarcastico.
— Proprio stanotte! — esclamò. — Stanotte che ci sono tutti i diavoli in casa. Il