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190 | il flauto nel bosco |
è lungo, qui, signora mia; il freddo si tocca, e il vento pizzica come i ragni di mare. Allora si è davvero tutti poveri e nudi, e non ci possiamo aiutare. Non è vero, Onesto?
L’uomo pareva non ascoltare; anzi aveva abbassato il testone coperto da una spazzola di capelli neri e si guardava fra le mani la pianta di un piede come ci avesse una spina; nel sentirsi interpellato sollevò il viso e rispose pronto:
— Verissimo.
Ma la vecchia mi guardava in modo ambiguo come si beffasse di lui.
— Hai fatto buona pesca, oggi, Onesto?
— Così, così. Troppa calma.
— Non ti è rimasto nulla, in barca?
Egli sembrava molto confuso. Senza alzarsi sollevò il lembo di una stuoia e scoprì un cestino di pesciolini rigidi e brillanti come lamette di acciaio: pareva disposto a darne, ma senza scomodarsi. Allora lei attaccò un fazzoletto alla punta del suo bastone e lo calò come una rete, piegandosi fino all’orlo della banchina; e quando ebbe tirato su la sua pesca me ne offrì la metà; io naturalmente dovetti rifiutare.