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22 | il flauto nel bosco |
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Egli era diventato pallidissimo, con gli occhi infossati, invecchiato da un’angoscia che solo quel suo viso di spettro poteva esprimere. Eppure continuava a mangiare tranquillo, col brillante al dito come una goccia di rugiada.
Tutti partecipavano a quella sua pena, all’ansia del suo domani: anche la signora che pure lo conosceva da molti anni e mai aveva avuto da lui le confidenze adesso distribuite a stranieri: qualche osservazione la fece però l’uomo dei campi.
— Tutto questo non accadrebbe se si facesse una vita più regolare, pratica, senza viaggi nelle nuvole. Divertito mi sono anch’io: ma che sia accaduto mai nulla di simile a me? Fino ai diciotto, che dico? fino ai ventotto anni anch’io non ho badato alle donne, veh, intendiamoci nel senso di sposare; ma non c’è sala da ballo, delle nostre parti, che non conosca la suola delle mie scarpe, nè mano di donna che non conosca la mia. Ma, dico, lavorare sempre e fare gli affari come vanno fatti: poi servire la patria: anch’io ho veduto il rosso del sangue; eccolo cambiato nell’argento di que-