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La madonnina degli involti.
Era una bella notte di luna dell’agosto scorso. Stavo seduta sulla banchina in cima al molo, in colloquio col mare, e mi annoiavo. A lungo andare anche col mare ci si è detto tutto, e viene un momento in cui la voce di un uomo sembra più potente e tumultuosa di quella delle onde agitate.
Cosa non parve poi a me la voce di due giovani che vennero a sedersi sull’estremità della banchina, poco distante da me, e cominciarono a parlare il mio dialetto?
Eppure la Sardegna è di là del mare, lontana quanto i due uomini che parlano la nostra lingua sono lontani dall’iminaginarsi che la signora seduta accanto a loro possa capire quello che essi dicono.
Erano due umili guardie di finanza, ma per me in quel momento rappresentavano due ragguardevoli personaggi; e cominciai ad ascoltarli come dalla platea di un teatro si ascoltano due grandi attori in una scena importante.