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Dio e il diavolo | 89 |
capelli neri e l’esile nuca pareva una fanciulla, e davanti per i capelli grigi e il viso emaciato una vecchia sofferente.
Non rispose subito alle parole del figlio: ed egli non si preoccupò per l’indifferenza di lei. Di solito erano di poche parole tutti e due, e non si confidavano mai l’uno con l’altro: se egli però in quel momento avesse potuto intendere il pensiero di lei si sarebbe forse turbato.
Ella sapeva che cosa vuol dire andare in cerca di fortuna, per uno che come suo figlio non era mai uscito dal paese e non aveva un mestiere fisso e denari in saccoccia e, quel che più vale, nessuna esperienza del mondo: voleva dire perdersi, abbandonarsi al vento come la foglia che si stacca dal ramo.
E lei non voleva, no. Lei s’era data alle pratiche del diavolo per far vivere bene il figlio; e il diavolo adesso, quasi non gli bastasse l’anima di lei, glielo voleva prendere vivo. Ma si poteva venire a patti, col diavolo; ella farebbe quello che aveva giurato a sè stessa di non far mai, nè in bene nè in male, per il figlio: una fattura che gl’impedisse di partire.
Ecco perchè taceva: era una donna che non sapeva fingere, ma aveva la terribile forza del silenzio; e dall’accento del gio-