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cattive compagnie 161


brogliare dai cattivi compagni. Via! via! I cattivi compagni io li ho sempre allontanati da me come si allontana il diavolo.

Intanto s'avvicinava l'ora della colazione. I due giovani sposi vollero mangiare in camera, e invitarono il vecchio. Ma egli disse che aveva già pronta la sua colazione e domandò solo il permesso di far compagnia ai suoi nuovi amici.

— Ma con piacere!

Allora egli andò nella sua camera e ritornò con una piccola bisaccia sarda, dalla quale trasse del pane duro, formaggio e salsicce!

Egli s'era portato a Roma la sua provvista, come quando nella sua isola viaggiava a cavallo da un paese all'altro!

— Tutte le mattine devo andare alla Clinica, per curarmi l'orecchio, — egli disse, dopo aver inzuppato il suo pane nell'acqua, — ma il pomeriggio l'ho sempre libero. Qualche volta vado a far colazione fuori, ma sempre che posso mangio il mio pane e il mio companatico. Mi sono portato addietro due bisacce di provviste, io! Mia moglie, poi, oggi mi ha mandato un pacco di salsicce. Povera vechia! Ella crede che a Roma non si trovino salsicce!

— Sì, sono qui da una settimana, — egli prosegui, — ma mi pare di essere mille anni lontano dal mio paese. Questa Roma! Sembra un alveare! E quanti danari ci vogliono! Ma si vedono delle belle cose, però. E i palazzi? Come sono grandi! A mio giudizio, ci son palazzi che valgono cento-


Grazia Deledda - Il Nonno                                                  11