Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/107

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tuola lasciava scorgere alquanto i bei capelli lucenti, e le sue scarpe scricchiolavano. Gli uomini, pure ammirandola, mormoravano al suo passaggio.

Predu Maria fu colpito da quella bellezza un po’ insolente, da quella eleganza alquanto affettata, e ricordò i discorsi di Lorenzo e di Bruno; sì, era una bellezza pericolosa, quella di Sebastiana; ma più che dalla bellezza di lei, egli in quel momento fu turbato da un altro pensiero.

— Se io fossi andato da Marielène l’avrei trovata sola!

Affrettò il passo, raggiunse la ragazza davanti al cortiletto di Antonio Maria; e senza sapere precisamente che cosa volesse da lei la chiamò per nome, e quando ella si fermò le strinse la mano, tenendogliela con ostinazione fra le sue.

— Bruno ti saluta, — le disse con malizia, — e tu, non hai nulla da dirmi per lui?

Ella lo guardava con curiosità, e pareva alquanto offesa per la libertà che egli si prendeva: ma quando sentì il nome di Bruno sorrise e con la mano libera afferrò le dita di lui, torcendogliele alquanto per liberarsi dalla sua stretta.

Una donna che passava in fondo alla strada si volse a guardarli.