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Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/138

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— Io? Io?... Contaminata dal tuo contatto.... solo da questo.... vecchia bestia! Vattene tu! Vattene! Io resterò qui, e ne uscirò solo per sposarmi.... e tu schiatterai....

— Sposarti? Con chi? Col padrone? Ah! Ah!

— No, no, con un altro che a te piace più del padrone. Più giovane, più fresco di lui!

Marielène ricordò allora che Sebastiana si vantava d’essere amata da Bruno.

— Tanto meglio! — disse con ironia, — ma adesso va da tua madre....

— Eh, lascia stare mia madre! Se essa mi ha abbandonato a me stessa, come tu dici, o presso una donna come te, peggio per l’anima sua!

— Come? presso una donna come me? Che hai tu da rinfacciarmi? Ti ho forse dato io i cattivi consigli?

— Ma se dicevi che pensando ai casi tuoi davi avvertenze a me? Proprio tu; donna di dare avvertenze, tu!

Marielène balzò in piedi, guizzante come una fiamma, e si curvò e protese i pugni.

— Non provocarmi oltre, vipera! Io sono una donna onesta, più onesta di te quando ancora eri nel seno di tua madre! Io non mi sono venduta, come tu ti vuoi vendere! Io ho avuto un cuore, mentre tu