Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/145

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— Perchè questa riunione? — domandò con voce allegra. — Che c’è?

— C’è che la tua casa è un luogo di perdizione, Antonio Maria Mò! — gridò la maestra, minacciandolo coi pugni.

— Abbasso la voce, donna! — egli le disse, guardando ora il viso comicamente mortificato di Predu Maria, ora il viso in fiamme di Sebastiana, e sorridendo con malizia. — Spiegati meglio. Lasciala stare, Predu Maria, tu la strozzi.

Ma appena libera, ella fece atto di slanciarsi ancora contro Sebastiana; allora egli la prese a sua volta per un braccio e la costrinse a sedersi.

— Parla da cristiana, demonia!

— Ti dirò.... — ella riprese, ansando, — ti dirò.... già da qualche tempo.... sapevo che questa sfacciata veniva qui.... Già, tu hai una nipotina.... Dio gliela mandi buona.... una buona lana, fior di roba! Questa mattina, poco fa, una persona caritatevole venne a dirmi d’aver veduto Sebastiana entrar qui con un uomo. Son corsa: li ho trovati abbracciati, ho sentito quello che dicevano. Del resto guardati bene attorno: guarda il tuo letto, guarda lo stato in cui loro si trovano....

Era vero; tutto li accusava. Antonio Maria cominciò a minacciarli con la mano