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viaggiatore, stretto e quasi logoro, accusava miseria; ma la scarpa abbandonata sul sedile della vettura, una scarpa nuova, fina, quasi elegante, svelava i gusti signorili del suo possessore.
— Chi dice che il mestiere dello scorzino sia disonorevole? Voi, sardi, lo dite, — ribattè calmo e freddo il capo-macchia.
— Certi scorzini sono diventati ricchi.
— Il Perrò, dicono!... È molto ricco, vero?
— Chi? il Perrò? Sì.
— È vecchio? Avrà sessant’anni.
— Ma non li dimostra.
— Ha famiglia? Dicono abbia moglie e figli, ma in Continente. Vive solo, qui? Ha la famiglia, qui?
— No!
Dopo qualche momento di silenzio le domande divennero più intime.
— Ha l’amante in casa?
— Chi sarebbe?
— La serva! La conosco, è del mio paese. La conosce, lei?
— Ne ha più d’una, di serve!
— Quella di cui parlo si chiama.... Marielène Azzèna....
— Ah, Elena! La conosco....
L’uomo abbassò un momento la testa sul petto, e parve ricordarsi di cose lontane.