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Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/213

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i doni per Sebastiana, il rosario di madreperla con la croce d’oro, i bottoni in filigrana, lo stuzzicadenti e anche il libro da messa. Considerato dunque che i quattrini erano spariti, il confessore domandò al penitente se almeno era pentito e deciso a non peccare più; e non insistè neanche troppo, forse ritenendo la domanda un po’ inutile dal momento che il penitente era lì inginocchiato e mortificato davanti a lui.

Appena ebbero finito di mangiare, Predu Maria andò in cerca del suo antico compagno, col quale era di nuovo in buone relazioni, e le due donne sedettero sulle pietre della scaletta, e ricominciarono a far progetti per l’avvenire. La maestra si guardava attorno, sollevava la testa imponente, e parlava più a sè stessa che a sua figlia.

— Fabbricheremo il muro dell’orto, rifaremo la scala e daremo la tinta alle finestre....

— E il cappotto di Predu? Voi dimenticate che è tutto bucato come il cappotto di un bandito.

— Piano, piano, figlia mia: prima le cose più importanti. Il muro è il più necessario. Chiuso che sia, l’orto acquista più valore.

— Ah, ah, le cose più importanti? E le mie scarpe allora? Esse par che ridano, tanto i loro buchi s’allargano!