Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/242

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— Andiamo.

Si avviò, perchè non lo vedessero a partire con Sebastiana, e fu grato a Predu Maria che andò ad avvertire sua moglie e la accompagnò per un tratto di sentiero.

Sebastiana scherzava, ma era molto ironica, quasi acre.

— Perchè ti sei nascosto, Bruno? Hai paura che tua moglie diventi gelosa? No, sai, lo disse a me: non è gelosa.

— Ma finiscila! — disse Predu Maria, che non parlava mai di Marielène con Bruno sembrandogli che questi potesse offendersene.

Bruno camminava davanti a loro, col suo passo fermo un po’ lento ma sicuro; non rispose neppure agli scherzi di Sebastiana, e quando Predu Maria tornò indietro gli fece un cenno come per significargli che poteva stare tranquillo; egli avrebbe fatto buona compagnia alla giovine donna.

Appena rimasero soli ella tacque, seria e sdegnosa, come offesa per il contegno glaciale del suo compagno: e camminarono a lungo in silenzio, sempre l’una dietro l’altro, in faccia al sole che cadeva sull’orizzonte rosso.

A un tratto Bruno vide un paesano con una corda attorno al braccio salire