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Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/353

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di un amico? Forse che io non vado in casa di tua moglie? Va, finiscila, matto. Io volevo ridermi di te, poichè tu ti sei beffato di me. Tu sembri uno stupido, ma sei più furbo dei furbi: questo solo mi fa arrabbiare. Ma noi invecchiamo e non impariamo niente, e più la gente ci sembra stupida e più è furba. E anche tu lo credevi stupido e onesto, il forestiere, e lui ti ha ingannato due volte, e se non crepa presto, come speriamo, ti ingannerà la terza volta, come San Pietro ingannò Gesù....

Predu Maria non sentì le ultime parole. Con la testa sollevata, il viso paonazzo, egli fissava sul suo ex compagno gli occhi lucenti ove pareva che le lagrime si fossero improvvisamente cristallizzate: come una luce improvvisa gli balenava davanti, e molte cose gli apparivano chiare, e provava un sentimento misto di rabbia e di compassione verso sè stesso, che si era lasciato così stupidamente ingannare.

— Hanno trovato il merlo.... hanno trovato il merlo.... — mormorò due volte, e il suo viso prese un’espressione feroce. Poi domandò:

— Tu credi che mia suocera sappia? Ah, vecchia asina! Adesso mi spiego tutto. Tutto, tutto! Ma riderò io, per l’ultimo; adesso! adesso!..