Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/89

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Un giorno il Perrò fece leggere al capo‐macchia una lettera nella quale Predu Maria Dejaua domandava lavoro e assicurava che il signor Papi poteva dare di lui le migliori informazioni. Bruno protestò.

— Io non lo conosco! Abbiamo viaggiato assieme, ed egli mi raccontò una lunga storia, pregandomi di ottenergli un posto. Se lei ricorda, io gliene parlai, ma in quanto a informazioni io non oso darne.... So che è stato in una casa di pena....

— Va benone! — gridò il vecchio. — Di canaglia ne abbiamo abbastanza!

Ma per scrupolo di coscienza Bruno aggiunse altri particolari.

— Il Dejana è compaesano della signora Elena....

Questo particolare non commosse lo speculatore; c’erano tanti compaesani della «signora Elena» che si raccomandavano a lui! Tuttavia prima di ripartire domandò:

— Quel Dejana, mi dicesti, abita col Moro? È ancora sotto sorveglianza della questura?

— No, deve aver scontato anche la sorveglianza; altrimenti non avrebbe lasciato il sue paese.

— Allora, lo terrai tu, sotto la tua sorveglianza! Mandagli a dire che venga.