Pagina:Deledda - Il paese del vento, 1931.djvu/218

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— È vero, — egli ammise, — ma devi dirmi adesso come si è svolto il vostro colloquio.

Come rispondere? Con la verità:

— Male: tanto che io sono ben pentita di esserci andata, e spero di non riveder più in vita mia quell’infelice. Ed è tempo che ti dica chi egli è.

— È inutile che tu me lo dica, perché lo so benissimo.

Le sue parole lente, gravi, mi colpivano come ceffate: ma la mia contentezza e il mio sollievo aumentavano: dicevo a me stessa:

«Ben ti sta: è il castigo per le tue sciocche romanticherie».

E avrei voluto anche scherzare, dicendo che non invano l’ex sindaco aveva attribuito tanta virtù di sapere e di perspicacia al compagno della mia vita; ma sentivo che non eravamo più in un’atmosfera di leggerezza e di commedia; e quasi contro la mia volontà, mormorai quindi una sola parola:

— Meglio.