Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/94

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sotto la finestra: sentivo il cuore battermi, ma null’altro.

Poi mi prese il pazzo desiderio di afferrare quel lembo di luce, come una bandiera da una vetta: mi slanciai, una, due volte; d’un tratto la luce si spense, e mi parve di averla spenta io.

Tornai indietro, nella vigna; e anche laggiù non trovai più la luminosità di prima. Tutto era diverso, tutto scuro.

Camminai fino a trovarmi davanti alla casa colonica.

Dalla parte della facciata le piccole finestre dell’unico piano sopra il terreno, e i due grandi portoni, tutto era chiuso: l’odore del fieno, del letame, delle bestie, si mescolava al profumo della notte.

Toccai tutti e due i portoni, sempre più meravigliato che nessuno apparisse: mi sembrava di sognare, di essere morto e che fosse la mia anima a errare in cerca di un rifugio.

E mi dispongo ad allontanarmi, quando nel prato a fianco della casa vedo un quadrato di luce, come una finestra aperta sull’erba: un’ombra vi si disegna: è la testa di lei! Oramai la riconosco così bene, anche nella sua ombra.

Di volo sono là: e vedo una piccola finestra illuminata, e la figura