Pagina:Deledda - Il segreto dell'uomo solitario, 1921.djvu/137

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villino nuovo, in fondo al viale dei lecci, giù nel paese. Ci sarebbe una trattoria vicino, il che è comodo. Lei conosce la località?

— Poco, — egli rispose sottovoce, osando finalmente guardarla in viso. La vide ancora più dimagrita, più triste, più pallida di prima; e di nuovo un senso di tenerezza e il rimorso di averle fatto male lo turbarono così violentemente che ella se ne accorse.

Allora lo invitò ad entrare nella camera.

Il malato, sempre immobile nel suo lettuccio, s’era sgonfiato: ma la bianchezza della sua pelle e dei suoi capelli aveva preso un tono giallastro; e il modo con cui era disteso, supino, allungato, e le sue palpebre e le narici violacee, impressionarono Cristiano: era questa volta davvero la positura e il colore che prendono i moribondi.

Tuttavia la donna pareva molto illusa sullo stato di lui.

— Sta meglio, molto meglio; spero che tra qualche giorno possa alzarsi.

Poi si chinò fino a sfiorargli il viso col viso e stette così chiamandolo: — Giorgio! Giorgio! — e poi susurrandogli qualche cosa che Cristiano non sentiva. E neppure il malato doveva sentire perchè non dava segno di vita, benchè lei si ostinasse a parlargli, e chiedergli risposta.