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172 il sigillo d'amore



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Nella sua camera abbiamo trovato i libri dei conti: null’altro. Ma in questi libri non appare mai il conto dei fiori ch’egli comprava quasi tutti i giorni. Questo è l’unico segno che un’anima vera e viva è passata accanto all’arida e meccanica anima mia.

E anch’io gli ho portato i fiori al cimitero: ma egli non li sentirà come io non ho sentito i suoi.

E il tempo passa, e facilmente si dimentica chi non si è amato.

Lauretta, quasi felice per la scomparsa di lui, canta, ride, mi ruba nella spesa, si fa amare da me e dalla cornacchia che le salta continuamente sull’omero e le becca lievemente e come con delizia i peli biondi della nuca e delle orecchie.

Con me invece Piccolina è sempre un po’ selvatica, a giorni anche nemica, e se può mi becca sul serio senza tanti riguardi. Però mi viene sempre appresso, ed io le voglio egualmente bene, anzi più è selvaggia e lontana dalla mia natura umana, più mi piace: uccelli di solitudine tutti e due, uniti da un vincolo inspiegabile d’amore come quello che avvince uomini in apparenza infinitamente diversi fra loro, eguali in fondo nella loro essenza divina.