Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/218

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puntamento con Concezione: ella vi era andata, si era coricata sull’erba col giovane amante, e per varie ragioni di decenza aveva portato con sé la coperta quasi nuziale. Questa fantasia lo eccitava, ne svegliava altre, lo rendeva quasi felice.

— Ah, — disse bonario e sornione, — anche il signor Costante! Insomma, quanti pretendenti ha, lei? Vediamo un po’.

Ma Concezione gli mostrò i denti ringhiosi, come aveva veduto fare appunto allo scemo.

— Sì, — disse, — e poi lei me li mette tutti in gattabuia.

Egli riprese a raccontare della gita al paesetto di montagna, senza naturalmente dire che c’era stato appunto perché denunzie anonime gli avevano fatto sapere che Costante lo scemo, nei giorni della festa, ubbriaco come gli altri, nonostante la sorveglianza della zia, aveva espresso propositi di morte contro il forestiero che gli voleva portar via Concezione: e tutto, l’andata al paese, l’incontro con l’amico comune con gli Alivia, la visita alla casa di questi, tutto era prestabilito e bene ordinato; e gli pareva anche ben riuscito.

— Sono gente curiosa e primitiva, quelli del paesetto: in una casa ho veduto una specie di culla, fatta con una scorza di sughero,