Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/219

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attaccata per quattro funi a una trave: e in quest’amaca di selvaggi ci stava un bel bambino. Per salvarlo dai topi, dai vampiri e dal porco, — disse la madre, che macinava ghiande abbrustolite per fare il caffè. E la chiesa? Diroccata del tutto: eppure le vecchie ci vanno a pregare lo stesso; e la signora Alivia, che spende migliaia di lire per liti di pochi centimetri di terra, non pensa a restaurare l’altare.

Visto il silenzio freddo ma attento di Concezione, egli riprese:

— Ho conosciuto anche il suo baldo pretendente, questo signorino Costante, che non fa nulla tutto il giorno, appoggiato con una spalla al muro dell’osteria; non sapendo altro che fare, gioca alla morra con la sua ombra. È un bel ragazzo, però, un pezzo di ragazzo che pare un toro. Lei se lo dovrebbe sposare, signorina; potrebbe fare molto bene al miserabile luogo.

Concezione lo fissava torbida e gelida come la neve calpestata; aveva già capito ogni cosa, e la sua furberia se n’era andata, per lasciar posto di nuovo a un’angoscia profonda. Oh, no, ella non voleva far male a nessuno; fosse stata anche indiscutibile la colpabilità dello scemo, ella non avrebbe aggiunto una sillaba per aggravarla. Ma neppure difenderlo