Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/100

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voce: — lei non capisce ch’io sono qui un po’ sperduto; mi sento ancora come il giorno che è morta la mamma e mi pareva di essere solo in un deserto. Per questo, anche, ho lasciato la solitudine, lassù, e sono sceso nel mondo in cerca di compagnia. La fortuna m’ha assistito? Ancora non lo so: ha ragione lei, bisogna prima valutare bene le cose; ma io non vado in cerca di fortuna, vado in cerca di amore, di tenerezza, di solidarietà umana. Lei è intelligente e deve intendermi.

Ella s’irrigidiva sempre più, con gli occhi nascosti, ed egli provò un senso di disperazione: di nuovo pensò: sa tutto, e crede ch’io reciti una commedia. E di nuovo disse a sè stesso: taci e opera. Solo domandò: — posso dunque chiederle una risposta definitiva?

— Se crede, da domani può venire a visitare qui mia nipote: io non ho nulla di contrario perchè la loro volontà sia fatta, però, le ripeto, pensi bene a quanto sta per fare.

Egli ebbe desiderio di chiederle subito