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— Come sta la signora?
— Sta bene, — disse la vecchia con una voce senza suono, salendo la scala rasente al muro, dietro la donna. E non parve disposta a dire altro.
I passi, sebbene lievi, risonavano nel grande silenzio chiaro della scala che svolgeva con una certa dignità i suoi poveri scalini consunti e dissanguati, e arrivata alla finestra dava l’impressione della scala di un faro, tanto il mare era lì sotto e il cielo lì sopra, d’uno stesso azzurro intenso, quasi palpabile.
Sul primo pianerottolo s’apriva un lungo corridoio, tutto usci e finestroni; e di là scaturiva quel profumo d’incenso che penetrava l’aria. La vecchia, tirando dritto sul secondo rampante, spiegò l’arcano:
— Ci stanno le monache.
Il secondo pianerottolo era eguale al primo: solo il corridoio sfilava via più stretto, con piccole finestre rotonde come feritoie e il pavimento rotto che pareva pestato dal passaggio di soldati: e la vecchia spiegò,