Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/41

Da Wikisource.

— 31 —

essere stati per secoli pastori sono d’un tratto divenuti costruttori. Siamo scesi qui per costrurre la città; tutti i miei, mio padre, i fratelli, i cugini, gli zii, tutti muratori, selciatori, scalpellini, tutti bravi, forse per la loro antica consuetudine e conoscenza con le pietre e col tufo: alcuni son divenuti capomastri, impresari, e poi infine anche proprietari delle loro costruzioni, e si sono arricchiti. Anch’io, da bambina, ho portato su nelle fabbriche, dove i miei parenti si arrampicavano e lavoravano, e qualcuno pur troppo precipitava fracassandosi come sui dirupi dei monti natii, il secchio con la calce e i mattoni. Poi i tempi sono mutati; siamo divenuti noi pure padroni: io ho studiato, poco, ma ho studiato: ho letto e leggo molto, e la mente mi si è aperta, l’intelligenza si è sviluppata. Vivo sola, con una parente che non mi ama e sta con me solo perchè io le sono utile. A poco a poco la nostra famiglia s’è dispersa, i genitori son morti, gli altri parenti sono tornati al paese o fanno vita da loro. In fondo sono anch’io una solitaria, una sognatrice;