Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/42

Da Wikisource.

— 32 —

ma so anche guardare in faccia la vita, e lavorare, e bastare a me stessa. E finora non ho incontrato nessuno che abbia saputo amarmi e conoscermi, e sopratutto farsi amare da me. Gli uomini si volgono a guardarmi, sì, e mi seguono; ma solo per quello che appaio al di fuori, mentre io vorrei essere amata per me stessa, per quello che posso valere di dentro, perchè io pure credo fermamente in una vita superiore, dove solo lo spirito esiste.

Egli disse, senza guardarla:

— Sono felice di sentirla parlare così. L’aver lei scelto per questo nostro primo convegno quest’angolo di giardino che ha dell’irreale, mi prova il suo istinto di finezza e anche di elevazione. Abbiamo attraversato la città polverosa e agitata, per arrivare qui: così, spero, attraverseremo felicemente le difficoltà e le bruttezze della vita per incontrarci davvero in un punto che sia la sosta ultima e la migliore del nostro viaggio terreno.

— Sì, sì, — disse lei con impeto.

— Come vive, lei? — egli domandò sot-