Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/251

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Antonio si piegò alquanto, parlò con voce bassa e grave, quasi desiderando che Ornella non sentisse.

— E lei non ha mai cambiato di pensiero? Non s’è mai pentito del male fatto? Ho sofferto anch’io, in questi mesi. E lei rinnegherebbe i principi che mi ha insegnato da ragazzo, se credesse davvero ch’io sono un insensibile malfattore. Ieri ho compiuto trent’anni, — disse, sollevandosi di scatto. — È tempo di metter giudizio. E di sentire anche la propria dignità. A volte l’amor proprio e l’orgoglio fanno uomini di coscienza anche i briganti. E poichè parliamo di briganti devo dirle che c’è di mezzo, in tutta questa storia, anche un brutto ceffo. Lei una notte ha ricevuto qui Adelmo Bianchi il parricida.

Istintivamente allora il maestro si volse a guardare Ornella; la vide di scorcio, con la testa di nuovo piegata fin quasi a toccare la tela, con l’attitudine ch’ella usava quando voleva nascondere i suoi pensieri; e intese tutto.

Senza più rivolgersi verso il fuoco rispose con voce mutata, forte e recisa.

— Sì, il Bianchi è stato qui una notte, prima della mia malattia: perchè?

— Mi dica prima lei che cosa era venuto a fare.

— Ma, che so io? Per salutare la sua casa, diceva lui, prima di partire per l’estero.