Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/289

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verde all’interno e rossa di fuori, e nel sentire l’intenzione di Gesuino di riattaccarla, pensò:

— Se al mio ritorno la faccenda sarà riuscita bene vuol dire che anche le cose mie si aggiusteranno.

E andò nel paese vicino dove risiedeva il pretore, per dichiarare la sua rinunzia alla custodia della casa in sequestro: andò a piedi, lungo la riva del mare.

Il tempo s’era completamente rimesso; faceva freddo, ma freddo asciutto, e il mare, sotto il cielo di un azzurro cristallino, pareva rabbrividisse di piacere per aver ritrovato la trasparenza e lo splendore dei giorni sereni. La sabbia era intatta, e il maestro aveva quasi suggezione a violarla con le sue orme. Il ricordo di Ola lo assaliva ogni tanto, con violenza appassionata, come se lei stessa con la sua personcina fresca e tenace gli saltasse a tradimento al collo; ma quasi fosse un pensiero colpevole egli lo allontanava.

La strada era un’altra, adesso, ben tracciata e senza soste giocose: ed era lunga, lunga quanto tutto il resto della vita: quindi bisognava affrettarsi. Ed egli si affrettava: laggiù il paese roseo e ridente pareva gli venisse incontro, per aiutarlo; anche la sabbia si faceva dura, sotto i suoi piedi, e tutta la spiaggia, grigia e dorata, rassomigliava ad un largo viale lungo il giardino azzuro del mare.