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la via del male 131


— Salute, Francesco Rosana, — ella disse, sollevando il viso e scuotendo indietro i capelli che le arrivarono fin sulle ànche. E finse di veder solo allora il giovine.

Egli la guardava dall’alto con due occhi avidi; ma incontrando lo sguardo un po’ malevolo e beffardo di lei, si fece timido, si raddrizzò in sella e rallentò il freno alla cavalla.

— Franziscu, — disse allora Maria, provocandolo, — al ritorno mi prenderai in groppa al tuo cavallo?

Francesco si volse di scatto e gridò con impeto:

— Magari subito! Vieni?

— Ora no: al ritorno.

— Va bene! Buona festa, ragazze, — egli disse, raggiante di felicità.

La cavalla sparava calci, si sbatteva la coda sui fianchi, mordeva il freno. Francesco dovette allontanarsi, seguire i suoi compagni; ma per lungo tratto tenne il viso sorridente rivolto verso Maria.

— La cosa è fatta! — disse malignamente Rosa.

— Che cosa?

— Il matrimonio. Non vedi che egli è innamorato come una donna?

— È brutto, — disse Maria.

— Chi disprezza compra.

— È consigliere comunale.

— È ricco.

— Ha quattro tancas: fra poco ne attraverseremo una.