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la via del male 183


— Chi non ruba non è uomo! — riprese l’altro. Dimmi una cosa. C’è o non c’è Dio? Se c’è, ed è giusto, egli deve aver fatto il mondo perchè gli uomini se lo godano. Quindi tutta la roba che c’è nel mondo appartiene a tutti gli uomini: basta sapersela prendere, la roba...

— Ma vedi, — osservò Pietro, — poi ci mettono in prigione.

— Bisogna essere astuti, perciò, — disse l’Antine; — bisogna saperla prendere, la roba!

— Ma anche tu ti sei lasciato prendere, — rispose Pietro, al quale i discorsi del compagno, metà seri e metà scherzosi, riuscivano ripugnanti e divertenti nello stesso tempo.

L’Antine socchiuse gli occhi maligni.

— Che ne sai tu, — disse, — che io non mi sia lasciato prendere apposta? Io uscirò dal carcere più bianco d’una colomba. Io sono innocente del reato del quale ora mi accusano, e proverò la mia innocenza; un’altra volta potrò essere davvero colpevole, ma potrò dire al giudice: «Io sono perseguitato, io sono odiato e calunniato: sono innocente come lo ero l’altra volta e confido nella giustizia imparziale». E il giudice mi crederà, in fede mia, mi crederà.

— Ma io potrò deporre contro di te, e ripetere quanto tu ora mi dici! — esclamò Pietro.

L’altro lo fissò e sorrise; i suoi bellissimi denti scintillavano nella penombra della camerata, come denti di lupo in agguato.