Pagina:Deledda - La via del male, 1906.djvu/271

Da Wikisource.

la via del male 269


Pietro fu pronto ad afferrargliela e gliela strinse quasi ferocemente; ella sentì i grani del rosario premerle la palma, conficcandosi fra la sua e la mano del giovine.

— Maria, — egli disse a denti stretti, con voce anelante, — non ti credevo così cattiva... No, non a questo punto... No...

— Appunto perchè sono stata cattiva, ho paura...

Egli si tolse rapidamente la berretta, fissò gli occhi ardenti negli occhi di lei.

— Ti giuro... ti giuro su quanto c’è di più sacro... Io non so nulla. Dimmi che mi credi: dimmi...

— Sì, ti credo, — ella rispose convinta.

E sospirò: le parve d’essersi liberata da un incubo.

Pietro lasciò libera la mano di lei, si rimise la berretta e proseguì:

— Perchè questo pensiero? Se avessi voluto fargli del male avrei potuto farglielo prima. Dopo a che mi serviva? Tanto tu non sarai mai più mia: io per te sarò sempre un servo...

— Taci, taci... — ella supplicò. — Non parliamone più.

Egli s’alzò e la guardò ancora, così ardentemente che ella dovette di nuovo abbassare gli occhi.

— Bisogna che me ne vada; altrimenti tua madre potrebbe accorgersi del mio turbamento... Vedi come tremo... come un bamboccio... Tremo, perchè il dolore che tu ora mi hai dato supera