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la via del male 271

cui ovile era vicino all’ovile Rosana. Qualche parola sfuggita a Giuseppe, a proposito di Pietro Benu, aveva destato la curiosità di Sabina, e aumentato i suoi dubbi.

— Maria e Pietro non si sposeranno mai; no, non si sposeranno... — ella pensava con triste soddisfazione.

Era appena l’alba; un’alba nitida e fredda di dicembre. Sabina, con l’anfora sulla testa, si diresse alla fontana di Gurgurigài, ma giunta davanti alla chiesetta della Solitudine si fermò. Era il luogo dell’appuntamento. Giuseppe non era ancora giunto, ed ella, alquanto vergognosa, pensò:

— Che dirà? Che ho avuto fretta? Ebbene, pensi quel che vuole, tanto sarà mio marito. Eccolo!

Giuseppe Pera s’avanzava sul suo cavallino rosso. Appena vide Sabina balzò di sella, legò il cavallo e corse sorridendo verso la fanciulla.

— Egli non è più tanto giovine, ma ha l’aspetto d'uomo bonaccione: ha bei denti e begli occhi, pensò Sabina; — e anch’ella sorrise.

— Son venuta — disse, gentile, ma non tenera: — che vuoi da me?

— Che voglio? Lo sai! Sai che devo partire. Ho finito di seminare il grano, e vado a lavorare in una foresta; starò lontano due mesi. Sabina, non mi dici niente!..

Egli la guardava, ed i suoi occhi esprimevano un’adorazione profonda.