Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/142

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prese quindi una scorciatoia, volgendosi dal basso a guardare un’ultima volta il corteo.

Il sole sorgeva dal mare e copriva col suo velo d’oro la montagna; e nell’immensità deserta, sotto le pareti di roccia, fra le distese di ginestra fiorita che a tratti abbagliavano come brughiere in fiamma, il carro col morto, i cavalli, i cavalieri, i pedoni, i cani, apparivano piccoli e neri come insetti. Tutti tacevano, e il dolore degli uomini pareva sperdersi nella calma solenne delle cose.

*

Mikali trovò la madre seduta sull’orlo della strada con in mano il rosario, ricordo del povero Andrea.

— Andiamo, non è qui il vostro posto, — le disse; ma ella sollevò appena gli occhi pieni di un dolore senza fine, ed egli non potè smuoverla: pareva di bronzo.

Dov’era il suo posto se non sull’orlo della strada?

Le donne dello stazzo, aspettando che il carro col cadavere passasse di lì, guardavano curiose dal campo, con la mano sugli occhi contro il sole; qualcuna corse a domandare notizie a Mikali, mentre egli badava a scuotere impaziente sua madre.

— Andiamo, su! Non mi fate arrabbiare.

Un ragazzo ch’era corso in fondo alla brughiera per spiare l’arrivo del carro, ritornò rapido ansante come un cane.