Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/312

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dendosi in alto simile ad un grande fiore d’avena.

Tutto sembrava un sogno. Solo i cani, a volte, s’agitavano, s’alzavano frementi sulle zampe posteriori, tirati indietro dalla corda che li legava, e abbaiavano a lungo contro il gattino silenzioso che veniva a mettere il muso entro la ciotola dell’acqua.

E le ombre ridiscesero sulla terra. La madre stava sempre accanto al lettuccio e aveva raccontato già ogni cosa a Simone. Gli aveva raccontato come la notizia della sciagura non avesse sorpreso nè lei, nè il padre, nè le sorelle.

Da lungo tempo sentivano tutti in fondo al cuore, come un male segreto, l’attesa di una notizia così; ed ecco, all’arrivo del servo di Marianna, s’erano guardati in viso, per dirsi con gli occhi:

— L’ora è giunta.

— Ci siamo guardati, Simone, e subito io ho cinto la benda per venire da te. Le tue sorelle e tuo padre sono sorvegliati; e tutti della giustizia li conoscono: se partiva uno di loro veniva seguito e si scopriva il tuo rifugio. Di me tutti hanno