Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/314

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rifarsi in salute dopo la morte dello zio. Camminò un bel tratto, fino a un’altura dalla quale si vedeva lo stradone.

I boschi dietro di lei, con le loro grandi ondulazioni verdi davano l’impressione del mare; ai piedi le si stendeva la pianura, ancora verde e azzurra al crepuscolo, coi muricciuoli, le rocce, le macchie fiorite. I monti svaporavano all’orizzonte, ancora rossi ma coperti da un velo di cenere: la luna spuntava bianca sopra l’Orthobene, e tutto per l’immensità era pace.

Marianna stette lunga ora sull’altura, appoggiata a una pietra. D’un tratto si sentiva calma, lontana dalle cose che l’avevano tanto fatta soffrire: a momenti le svaniva dalla mente anche il ricordo che Simone e la madre erano là nella casa di lei, padroni di tutto. Lei era lontana; aveva lasciato tutto, era spoglia, sospesa nello spazio come la luna.

Ma i passi dei cavalli nel sentiero la richiamarono alla realtà. Ridiscese inciampando nei sassi e arrivò alla radura assieme col padre e col prete.