Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/318

Da Wikisource.

— 311 —


— Quell’idiota è ancora là, presso la fontana: portagli almeno da bere.

— Bisogna pensare piuttosto alle donne, brontolò il servo, — hanno digiunato, oggi, come il venerdì santo.

— Penseremo a tutto: pazienza, uomo!

Si alzò, appoggiandosi le mani sulle ginocchia, respirando forte. Provava, da quando il prete era là dentro, un senso di sollievo; gli pareva che tutte le cose andassero bene e piano piano tutto ritornasse posto, più in ordine di prima.

Mandò dunque il servo in cerca di Sebastiano, poi preparò la mensa: ecco il vaso del latte cagliato, ecco il favo del miele entro un vassoio di sughero. Ripassando in casa di sua figlia aveva avuto cura di farsi dare del pane bianco da Fidela; ed ecco il cacio fresco pallido e umido come la cera, ed ecco anche il vino. Tutto c’era: poteva essere un banchetto da sposi, il gattino lo seguiva passo passo, sfregandosi contro la ghetta d’orbace la cui lieve asprezza gli riempiva di voluttà i grandi occhi verdi: d’un tratto però stridette e balzò lontano. Il padrone gli aveva pestato una