Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/60

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mentandosi, non si sa di che, forse di non potersi staccare e volare, forse di doversi un giorno staccare e cadere; e l’ondulare e il risonare del bosco e del vento par che ripetano l’ondulare e il risonare dell’oceano stretto nei suoi lidi e sbattuto invano da un limite all’altro della terra.

— Di che hai paura, Marianna? Se sono qui ai tuoi piedi come un cane malato? Non aver paura: se volevo farti del male non venivo così, a quest’ora, solo, disarmato. Non lo vedi che sono disarmato? Non ho neppure il coltellino a serramanico che avevo da bambino quando andavo a caccia di lucertole. Ho lasciato giù accanto alla fontana le mie armi; si arrugginiscano pure, non mi importa. Di chi hai paura? Di tuo padre? Se egli ci vedesse così, amandoci, ci benedirebbe. Del tuo servo? È lui che mi disse oggi che tu te ne andavi.... Così sono venuto, oggi, e sono tornato adesso.... Se volevo farti del male venivo coi miei compagni e ti legavo come un agnello, e ti portavo sulle spalle, e sterminavo tutto intorno se non mi lasciavano passare.... Ma-