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Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/188

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ni di pace, presso di lei, e la ringrazio della sua bontà e della sua pazienza. Mi scusi se spesso l’ho seccata: sono nervoso, lo sa, e tonte volte siamo sgarbati senza volerlo. Bè, adesso, se non altro, sarà contenta perchè i suoi bambini godranno un po’ di libertà. Arrivederci.

Ella arrossì, poichè egli indovinava il suo pensiero, ma protestò e si lasciarono da buoni amici.

Ma appena egli fu partito, Rosa la serva, alquanto danneggiata nei suoi interessi, poichè Lia non avendo per sè e per i bimbi bisogno di servizio l’aveva licenziata, disse con sdegno esagerato:

— Oh, sa perchè tiene impegnate le camere? Perchè è geloso e non vuole che lei affitti ad altri uomini. Pazienza fosse scapolo: ma così com’è, che gl’importa dei fatti altrui?

— Tu ti sbagli: egli non tornerà più qui, — disse Lia per farla tacere, ma l’altra continuò; e allora tacque lei, ma senza perdere una delle maliziose parole della donna.

IV.

E le parole della serva e tutti i ricordi di quegli ultimi tempi fermentarono in lei, nei seguenti giorni di solitudine e di calma, come il seme nella terra durante l’inverno. Tutto sembra mor-