Pagina:Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione.pdf/12

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ostinandosi nella beata illusione di poter mutare con una legge anche il senso comune, colla stessa agevolezza onde si raggira una legione di soldati al comando del capitano, surrogarono nell’oro un prezzo fattizio al prezzo naturale, e mostrarono non fosse altro una maravigliosa semplicità. L’imagine del principe nella moneta nulla aggiunge o scema al valore della materia, ma ci avvisa di quello che ha per generale consentimento, e perciò moneta fu detta a monendo. Il conio nella moneta risparmia solamente il fastidio di pesarla e saggiarla; ma quanto al valore di quel metallo e di quella moneta, è indubitato che si determina dagli stessi principii che determinano il valore di qualunque altra merce del mondo.


IV.


Non è vera esattamente l’opinione di coloro che tengono essere stati prescelti l’oro e l’argento a rappresentare universalmente le ricchezze perchè racchiudono molto valore in picciola massa. Molto più valore hanno i diamanti e ogni maniera di gemme ragguagliatamente al volume. Non pertanto non è toccato loro il privilegio che quelli hanno, non servono per misura di cambi e mediatore de’ contratti; perocchè manca ad esse l’omogeneità. Se hanno un gran valore dipende da molte qualità accessorie ed accidentali, difficili ad apprezzare esattamente, variabili assai fra una e l’altra: varietà che nascono da’ casi sotto i quali avvenne la cristallizzazione e