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dimeno in Italia si mantenne libera sotto l’egida delle repubbliche, del favore de’ Mecenati, del clero conservatore, durando in tale indipendenza fino al secolo sedecimo, nel qual tempo risplendette di luce nuova e perfezionossi alla scuola del Finiguerra e di quello strano genio di Benvenuto Cellini. Andrea Orgagna autore della loggia de’ Lanzi, dei Novissimi, del campo Santo di Pisa, fu pittore, scultore, architetto, poeta e orefice, così il Pollaiuolo ed altri. Ma per gli esempi forestieri oscurossi anche in Italia e subì il fato comune nel secolo che succedette, allorquando il rococò, barbaro nome di stile più barbaro, imperando come sogliono le mode, condusse forme inusitate e barocche, piene e pinze di frastagli con disegno arruffato da farti spiritare. Rimasero veramente alcune famiglie di abili artisti, le quali proseguirono ad insegnare l’arte del buon secolo, ma vi applicarono disegno abbietto, allontanandosi sempre più dalle tradizioni patrie e adoprando ori di bassa lega, come già era in uso nelle provincie napolitane ove dominando Spagnuoli e Francesi, colle continue scorrerie e contese, ebbero per tempo guasti i costumi e il buon giudizio artistico. Furono visti ori per fino colorati, come rossastri, verdastri e giallastri: comparse quindi per soprassello le leggi protettrici, come le chiamano, l’arte declinò sempre più, finchè fu perduta affatto colla rivoluzione e invasione francese. Venuto l’impero napoleonico, invalse un classicismo alla francese che equivale ad un classicismo bastardo, le forme antiche imitante con barbarie nuova,


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