Pagina:Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione.pdf/41

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correre alle spese cui soggiace l’amministrazione dell’ufficio del marchio; e con ciò hanno diritto di bollare qualunque lavoro di metalli preziosi, se v’ha la bontà legale, e senza pagamento di sorta; gli oggetti destinati al commercio di fuori sono esenti dal marchio.

Quanto all’Inghilterra, paese che porge all’Europa molti belli esempi di libertà e di economia, la legge non determina il titolo se non che per un piccolissimo numero di opere che servono ai bisogni ordinari e però si considerano come necessari; per tanto un decreto del Parlamento vuole che si debba apporre il marchio ad una sola qualità d’oro e d’argento con forte tassa di bollo: gli ornamenti di mero lusso girano senza passaporto.


XVII.


G. Battista Say, se vivesse in questi tempi e vedesse come la civiltà crescente aguzza l’ingegno anche agli uomini pravi che vivono d’inganni, non avrebbe scritto che «i regolamenti i quali assoggettano ad un bollo l’oro e l’argento che si pone in vendita, sono approvati dai partigiani più aperti della libertà d’industria. La verificazione del titolo è un’operazione delicata che ogni compratore non è mica in grado di fare. La marca che lo certifica è nell’interesse stesso del venditore; poichè si comprerebbe con ripugnanza un pezzo d’orificeria che lasciasse qualche incertezza sul suo titolo.»