Pagina:Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione.pdf/43

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maggiormente inceppato l’arte per rispetto alla libera concorrenza generalmente applicata a tutte le altre manifatture, e non volendosi circoscrivere il vario genio del pubblico a danno dell’industria, nè compromettere il credito nazionale con farragginosi regolamenti, e procurare al tempo stesso la buona fede nei lavori col dare ad altrui richiesta una sicurezza di una data bontà, lasciando poi a ciascuno la piena libertà di adottare quei temperamenti che giudica più adatti al proprio interesse, si comanda ec.» Da indi in poi fu sempre nella Toscana in vigore quel sistema liberale, nè si udirono richiami nè degli artefici nè de’ compratori. Ora, dico io, quale dei sistemi è preferibile? Quello onde il governo ci carica di pastoie, intralci e fastidi di ogni specie, ovvero quello che fondato suoi noti aforismi economici del lasciar fare e lasciar correre, ha fatto sì bella prova in Toscana, in quella provincia che è più innanzi di tutte le altre per civiltà? Non sembra che la risposta sia dubbia. Il bollo forzato ha provato male dappertutto; lo scopo che i legislatori se ne prefissero fallí sempre, il pubblico non solo non ne fu mai guarentito, che anzi non badando ad altro che al bollo e del restante chiudendo gli occhi, credè di possedere oro di coppella e l’ebbe d’infima bontà, e talvolta peggio; i delitti di falsità crebbero invece di scemare, e gl’inesperti furono gabbati più del consueto. Se il regime governativo fosse soppresso, il negoziante onesto non avrebbe che a guadagnarvi. Da vero, i negozianti onesti ci guadagnerebbero, esclama un