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Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/203

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Seconda. 175

della carriera, senza che preceda l’arresto col sol mitigare la fuga nel primo caso, e con accrescerla nel secondo; onde vien concluso ad evidenza, che il passo, che mette in regola i piedi, e dipoi l’arresto che dà compimento alla ripresa, devono precedere alla chiamata dell’azione del galoppo, perchè possa essere eseguita senza difficoltà, e nella sua giustezza.

Ma a voler che il passo possa mettere nella sopraddetta disposizione i piedi, è forza che quando si vuol galoppare sia sempre cominciata l’azione dei medesimi da quello d’avanti, ch’è opposto a quella mano dalla quale si vuol galoppare, poichè altrimenti facendo, seguirebbe un effetto del tutto contrario all’intento; e perchè la chiamata sia fatta in tempo, conviene che cada nel momento che pigliano terra i due piedi diagonali che danno termine all’azione del passo medesimo.

Ne faccia la solita prova con le pedine chi vuol restar convinto di questa verità col fatto; volendo dunque galoppare sulla mano destra, stando il Cavallo fermo in quattro, egli si figuri che la potenza motrice abbia dato moto al peso della macchina col portarlo sopra i piedi diagonali, destro d’avanti, e sinistro di dietro per sgravare gli altri due diagonali, e che abbia così dato principio all’azione del passo, coll’ondulazione del medesimo, e giunta questa a quel punto di pendenza, che richiede che gli altri due


dia-