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da loro di ricoprirle, ritirandoli in stalla solo l’inverno al governo di fieno e semola, come gli altri stalloni, perchè possano essere in grado al tempo della monta di fare la loro funzione.

Ma siccome nel tempo d’estate, e autunno tenevo tra le medesime giumente anche diversi stalloni cavallini, per non perder il frutto di quelle Cavalle ch’erano restate vuote nella primavera, che dipoi dismessi di fare per l’inconveniente che ne seguiva, stante la confusione delle specie, perchè non potendo tener separate le Cavalle corsiere dalle inette, non poteva neppure essere impedito, che li stalloni delle prime montassero le seconde, e quelli delle seconde le prime, sconcerto che portava seco più danno che utile:

Così da questo venni in cognizione che l’Asino non ha coraggio di contrastare con il Cavallo; poichè appena vede che questo si viene incontro, egli si ritira e cede, ma non lascia di andarli dietro adagio adagio furtivamente quando si accorge ch’egli seguita una Cavalla ch’è in caldo, di maniera che egli si trova in grado, terminata che il primo ha la sua funzione, di montarla anche lui senza rifiuto della femina, nè ostacolo del maschio, perchè sfogato.

Dal che venni anche in cognizione che l’Asino era capace di poter coprir da se, quando era in campagna, le Cavalle senza quell’ajuto che è necessario darli quando si fa mon-


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