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Quarta. 411

ni che devono restare in campagna nel branco dei Polledri, e si ritirino in stalla quegli che devono tornare al loro servizio nelle loro respettive scuderie, e si tengano questi qualche giorno a erba e semola, per non li rimettere subito di punto in bianco al secco; dall’erba si facciano passare al fieno, con la solita semola, e dipoi si rimettano alla paglia, e biada, dopo aver loro allentata la vena, che così si scansa, o almeno si minora lo sconcerto che cagiona nello stomaco, e nella digestione la mutazione del cibo; e tornati a loro servizio, li si dia la polvere d’Antimonio per rinfrescargli, e garantire la salute loro da qualunque pregiudizio che possa aver loro apportato il sofferto incomodo, ed insieme per ripromuover loro l’appetito, che gli faccia ritornare in carne più presto.

Immediatamente che sono stati levati dalle Cavalle li stalloni, si passi a separare le figliate dalle sode, facendo due partite per rimettere il corpo della razza nell’istess’ordine, e regolamento in cui era prima dell’operazione della monta, e si mandino nella nuova pastura statali assegnata per la stagione dell’estate, e nel tempo istesso, avendo un tal comodo, si mandi il branco dei Polledri in montagna.

Quando nella primavera cadono spesse ed opportune pioggie, l’erba del terreno secco, e arido, (come lo dev’esser quello delle razze)


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