Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/407

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esse tornare per I’ Assiria sotto le mura di Gtesifonte, comune centro dove tutti convenuti sarebbono: il restante esercito, abbandonata Circesio o Cercusio, ultima fortezza romana nella Mesopotamia, entrò Del territorio nèmico. Procedeva esso in tre colonne le orme rilesiendo diCiro il giovine. La destra, sotto gli ordini di Nevita, iva radendo il fiume; ed osservando l’armata che saliva l’Eufrate; quella del centro, comandata da Vittore, cpmponevasi della fanteria pesante^ la sinistra colla cavalleria; sotto gli ordini d’Ormisda e di Arinteo, copriva tutto l’èsercito. Mille cinquecento Arabi formavano l’antiguardo, e precedeano ad esplorare e premunir dall’insidie (88). Dagalaifo, ufficiale Gallo, conduceva il retroguardo. Il bagaglio avanzava tra gl’intervalli’ delle colonne. Senza riservarsi un comando o posto particolare, il principe’ era dappertutto (89).

, ’Due reali fiumi, l’Eufrate ed il Tigri, clic da monti derivano dell’Armenia, scorrendo per uno stesso e continuo vasto paese, intanto che indarno fanno tributo delle loro acque alle arenose pianure delja Mesopotamia, con ricca fecondità corrisponde a’ loro doni la felice provincia dell’Assiria. L’esercito però marciando per un tale continente, incontrò e nello sterile e nel ricco paese difficoltà benchè di natura diverse, pure aspre tutte e travagliose del pari. La Mesopotamia opponeva un lungo ardente deserto a trascorrere, difeso da un pertinace nemico, disperso sempre, vinto non mai, e delle fortezze a superare inalzate nelle isole che for-